Anacapri, piccolo comune sull’isola del golfo di Napoli, ha deciso di combattere l’enorme diffusione di slot machine che anno dopo anno mietono sempre più vittime. A guadagnarci sono lo Stato, con introiti altissimi (8 miliardi di euro l’anno), ma molto spesso anche la criminalità organizzata.
Francesco Cerrotta, sindaco di Anacapri, ha iniziato la sua lotta attuando dapprima un regolamento che vieta l’installazione di apparecchi ad una distanza di 150 metri da luoghi sensibili. Nell’elenco ci sono scuole, associazioni, bancomat, centri sportivi e stabilimenti balneari.
Dal primo gennaio 2015 i possessori delle macchinette hanno dovuto toglierle perché di fatto con l’ordinanza nessun luogo era adatto all’installazione, essendo Anacapri un comune di 6,47 km2 e poco più di 6.500 abitanti. Inutili i numerosi ricorsi al TAR dei gestori delle macchinette contrari al regolamento: i giudici hanno stabilito la competenza del sindaco sulla salute pubblica.
Oggi l’Italia ha un parco slot impressionante: 340mila macchinette, 52mila videolottery. Secondo il ministero della Salute le vittime del gioco sono pochissime: 12.376. Il riferimento, però, è al numero delle cartelle cliniche dei “soggetti in trattamento” e non a quello effettivo dei malati.
Il secondo passo è stato quello di coinvolgere la cittadinanza e di far votare tramite referendum popolare dopo un sondaggio che vedeva oltre nove cittadini su dieci d’accordo con l’iniziativa. Il 31 maggio dello scorso anno, in concomitanza con le elezioni regionali, gli anacapresi sono stati invitati alle urne per decidere sul gioco d’azzardo e l’89% si è espresso favorevolmente al regolamento del primo cittadino. Tante le telefonate ricevute dopo la vittoria da parte di altri sindaci per avere informazioni sull’iter da seguire per eliminare le macchinette dal proprio territorio.
Non erano mancate, nei mesi scorsi, accuse allo Stato che di fatto lucra sui cittadini e che dovrebbe almeno consentire ai sindaci di assumere in maniera del tutto autonoma le più idonee decisioni. Il sindaco Cerrotta, da sempre attento al problema della ludopatia ed alle tante famiglie coinvolte in questo dramma, ha chiesto anche al sindaco di Capri di seguire il suo esempio in modo da avere l’isola completamente “deslottizzata”.
Quale sarà il prossimo Comune a dire definitivamente no alle slot machine?